Come scrivere il proprio CV: i consigli dello psicologo

Valorizzare le proprie competenze nella stesura del CV

La persona è dotata di un sistema di autovalutazione delle proprie capacità di conseguire un obiettivo che permette di controllare i risultati e perfezionare eventualmente le strategie.

Luciano Mecacci

Cosa vuol dire quello che abbiamo appena letto?

Significa che le azioni o le prestazioni che svolgiamo sono influenzate delle aspettative che noi stessi abbiamo rispetto le nostre capacità e il modo in cui valutiamo i risultati ottenuti.

Tutto questo potrebbe tradursi in:
“Riuscirò ad avere quel posto? Non so proprio come potrei…non credo di avere tutte quelle competenze richieste. Del resto fin ora che cosa ho raggiunto?”

Nelle righe precedenti ho cercato di farvi vivere il prima persona il concetto di autoefficacia percepita, ossia l’insieme dei giudizi di capacità personale rispetto il saper gestire le diverse situazioni delle vita quotidiana. L’autoefficacia a sua volta va ad alimentare la valutazione globale di noi stessi, in poche parole la nostra autostima.

In questo caso ho provato a ricreare lo scenario possibile in vista della candidatura per un profilo richiesto.

Come spezzare questo circolo vizioso?

Incrementando il padroneggiamento della situazione (mastery). Proviamo quindi a vedere passo passo quali possono essere gli ostacoli alla stesura di un curruculum efficace e quali strategie utilizzare per superarli. 

 

Come fare un CV efficace passo passo

1. Tenere presente il profilo ricercato dall'azienda

Può sembrare banale, ma a volte l’urgenza di ricercare impiego ci può far cadere nella trappola che qui chiameremo “invio CV a catena di montaggio” e farci perdere di vista la nostra stella polare.
Prima di far recapitare il nostro curriculum poniamoci una semplice domanda: “Sono a conoscenza di quali competenze sono richieste per quella posizione?”

2. Scrivere solo il necessario

È nostro compito facilitare il compito del selezionatore (scusate la ridondanza).

Navigando come utente sui forum di offerte di lavoro mi capita spesso di leggere scambi come questo:

  • ma secondo voi la competenza X rientra nel profilo Y?
  • non saprei…tu scrivila lo stesso.

Alt, fermi tutti!
Questa non è una buona strategia per diversi motivi.

Provate a fare una stima oggettiva della quantità di curriculum che l’azienda riceverà per quella posizione e immaginiamo che questa operazione di scrematura debba avvenire per ogni file ricevuto. Tra le conseguenze immediate ci saranno una maggiore durata del tempo necessario alla selezione, correre il rischio che il proprio CV risulti uguale a tutti gli altri poiché privo di attrattiva.

Last but not the list, la persona addetta alla selezione potrebbe leggere questo commento e ragionevolmente ritenere che abbiamo una visione poco chiara delle nostre competenze e della specificità della posizione che potremmo ricoprire (vedi punto 6).

3. Evidenziare i propri punti di forza professionali e personali

Vi è mai capitato, durante un colloquio di lavoro, che vi sia rivolta questa richiesta: “Si descriva con 4 aggettivi”.

Tutti noi abbiamo punti di forza e difetti, saperli individuare e valorizzare (questo vale anche per i difetti!) è un’occasione per dimostrare il proprio valore personale e come questo ultimo possa aiutare l’azienda a crescere.

Un buon esercizio può essere quello di individuare 3 o 4 aggettivi e in seguito scrivere degli esempi che giustifichino quella scelta. Per quanto riguarda i difetti prova ad affiancarli a ciò che potresti fare concretamente migliorarti.
Sii specifico, la tua autostima ne trarrà beneficio!

4. Attenzione alla forma

Errare è umano, perseverare è…

Sebbene gli errori possano capitare, cerchiamo di ridurre al minimo questa possibilità. In caso di errori ortografici la tecnologia ci è amica grazie alla funzione di correzione automatica, la rilettura del CV da parte di una terza persona può aiutarci ad evidenziare e apportare eventuali correzioni dal punto di vista grammaticale o stilistico.

5. Lettera di accompagnamento

Perché voglio lavorare proprio per quell’azienda?

La lettera d’accompagnamento è l’occasione in cui porre nero su bianco in che modo le competenze elencate nel curriculum incontrano non soltanto le necessità di ricoprire una posizione, ma anche quanto la mia candidatura sia in linea con lo scenario che l’imprenditore prospetta per la sua azienda, in particolar modo se ci rivolgiamo a micro o piccole imprese, ambienti in cui si respira in modo diretto il rapporto con il nostro datore di lavoro.

Ecco quindi che per preparare una lettera diventa indispensabile

  • informarsi sull’azienda,
  • visitare il sito web,
  • leggere eventuali articoli che la riguardano,
  • visitare le pagine social.

Una ricerca nella ricerca. Del resto però tutto questo lavoro ci fornirà una marcia in più nel delineare i punti di contatto e poter rispondere alla domanda “Cosa posso fare io per questa specifica azienda?”

6. Curare la propria immagine sui social

La piattaforma per eccellenza in questo ad oggi è Facebook, nato allo scopo di connettere gli studenti e che “ti aiuta a connetterti e rimanere in contatto con le persone della tua vita”, vicino di casa o familiare a km di distanza.

Con il passare del tempo però il suo utilizzo ha coinvolto diverse sfere personali, non soltanto quelle strettamente affettive. Vi è mai capitato di leggere notizie di dipendenti licenziati da un’azienda dopo aver postato foto di serate in discoteca nei giorni di malattia? In Italia, soltanto qualche giorno fa, discutevamo sulle reazioni dell’ormai famoso Social Media Manager dell’Inps in relazione al reddito di cittadinanza, per citare l’episodio più recente.

Risulta importante tenere a mente che di fatto ciò che scriviamo e postiamo quando siamo nei nostri piccoli habitat, come può essere quello di casa nostra, può essere letto da centinaia di persone e avere un impatto su ambiti diversi della nostra vita, lavoro compreso.

Parola chiave è quindi: consapevolezza.

Si rende necessario l’utilizzo ragionato dei social:

  • la foto profilo è il nostro primo bigliettino da visita: utilizziamola per trasmettere un’immagine che sia in linea con la nostra personalità e potenzialmente utilizzabile in diversi contesti;
  • seguire le pagine che ci permettono di aggiornarci sulla nostra professione. Questo ci aiuterà nel condividere contenuti di qualità ed a tenere a mente che i social hanno diverse sfaccettature, non soltanto quella ricreativa;
  • condividiamo post, commenti o aggiornamenti di stato di cui non ci vergogneremo tra 5 anni rileggendoli con la funzione “Accadde Oggi”. Questa piccola riflessione può essere un valido spunto per allenare la nostra consapevolezza giorno per giorno.

Accettazione di sé come stimolo per l'autostima

Ed infine..

Ricorda di mantenere un dialogo interno positivo, elemento trasversale agli aspetti che abbiamo visto fino ad ora.

Del resto come possiamo motivarci all’automiglioramento se continuamente diciamo a noi stessi che siamo dei falliti?

Autori
Carla Ciarambino

Carla Ciarambino

Psicologa e Psicoterapeuta, fondatrice dello studio La Mente Accogliente. Osservatrice attenta. Crede che la felicità sia a portata di tutti: alcuni hanno solo bisogno di essere guidati.