When you try your best but you don’t succeed,
when you get what you want but not what you need,
when you feel so tired but you can’t sleep.
Stuck in reverse.
Chris Martin, Coldplay
Questi versi sono tratti dalla canzone Fix You, testo scritto dal cantante del gruppo per sostenere l’allora moglie in un momento particolarmente difficile della sua vita.
Qual è la sensazione del fallimento?
Per me questo è un testo particolarmente caro, lo ammetto, ma ritengo che già nell’incipit ci sia una descrizione realistica dell’argomento che ho scelto di affrontare con voi oggi: il fallimento.
Questa la traduzione in italiano:
Quando provi a fare del tuo meglio ma non ci riesci
Quando prendi quel che vuoi ma non quello di cui hai bisogno
Quando ti senti così stanco ma non puoi dormire
Torna indietro
Alzi la mano chi almeno una volta nella vita ha avuto un vissuto emotivo simile:
- per la chiusura di relazioni importanti,
- per difficoltà sul lavoro,
- per la difficoltà nel trovare una direzione chiara per la propria vita.
In questi momenti può accadere di vivere una dolorosa battuta d’arresto come un’informazione su di sé. Ed è qui che si verifica un movimento emotivamente pericoloso: la situazione difficile si trasforma nella descrizione di noi stessi, si trasforma in “Sono un fallimento“. Diventa quindi informativo su di noi in toto ed il vissuto di fallimento ci pervade come una goccia d’inchiostro all’interno di un bicchiere d’acqua.
Ci sentiamo in una trappola. Ci sentiamo inadeguati, privi di capacità, inferiori rispetto agli altri.
I consigli per poter uscire dalla trappola del fallimento
1. Capire di non essere gli unici
Una delle caratteristiche principali di questa trappola è il ritenere che questo vissuto appartenga solo a noi, solo noi ci sentiamo dei falliti “perché lo siamo, è evidente e non posso farci nulla”. Quello che probabilmente ti stupirà è che molti di noi hanno affrontato una situazione in cui si sono percepiti privi di capacità. Ascolta le loro esperienze, quale è stata la loro chiave di volta. Questo non per un generico “se ce l’ha fatta, posso farcela anch’io” ma per essere stimolati nel cercare la propria chiave di volta.
2. Mettersi al sicuro
“Da quanto tempo sto così?”
Questa è una domanda che ti pone faccia a faccia con il vissuto doloroso, ma permette di iniziarne a vederne i contorni.
È una sensazione che è sorta dopo un evento circoscritto oppure è uno zaino il cui peso porto sulle spalle da molto tempo?
Nel caso si profilasse la seconda opzione il supporto psicologico mirato a questo aspetto può aiutarti nel riscrivere la tua storia poterti sentire finalmente al sicuro con te stesso.
3. Smettere di essere feroci giudici di se stessi
Se un’altra persona mi raccontasse questo stesso vissuto, la considererei una fallita?
Molto spesso siamo dei giudici implacabili verso noi stessi ed emettiamo verdetti senza possibilità di appello. In uno dei miei laboratori parto proprio da quella che ho denominato “La Carta delle Qualità” per sviluppare l’abilità nel riconoscere le proprie abilità.
4. Uscire dal proprio limbo
Concedetevi di uscire dal “limbo”, quello spazio in cui non vi permettete di fare le vostre esperienze emotive correttive rispetto la convinzione su voi stessi che è alla base di questa trappola. Ne parlo in modo approfondito in questo articolo sull’accettazione di sé.
5. Cominciare a provare
Le parole più adatte per concludere l’articolo le regala, ancora una volta, la canzone:
But if you never try you’ll never know just what you’re worth
Ma se non provi non saprai mai quanto vali.
Bibliografia consigliata
J.F. Young, J.S. Klosko, Reinventa la tua vita. Scoprite come modificare voi stessi e liberarvi dalle trappole che vi impediscono di cambiare la vostra vita, Raffaello Cortina Editore, 2004.
Autori
Carla Ciarambino
Psicologa e Psicoterapeuta, fondatrice dello studio La Mente Accogliente. Osservatrice attenta. Crede che la felicità sia a portata di tutti: alcuni hanno solo bisogno di essere guidati.