La scuola sta per finire: cosa facciamo?
Tra poco finirà la scuola e i bambini potranno tirare un respiro di sollievo e riposarsi un po’. Invece per i genitori lavoratori si apre una fase di preoccupazione. Cresce l’ansia:
- Come sistemare i bambini quando saranno a casa tutto il giorno?
- Come fargli trascorrere tre lunghi mesi mentre i genitori lavorano?
- Come gestire gli spostamenti, gli affidi ai nonni, ma soprattutto i sensi di colpa?
La scuola, oltre ad essere un essenziale luogo di formazione, aiuta anche i genitori garantendo un sicuro accudimento ai loro bambini. Quando sta per arrivare il mese di Giugno, i genitori sono preoccupati per lo sconvolgimento delle loro routine giornaliere, le ore passate a lavoro, i nonni lontani, le baby sitter costose. Non è semplice trovare la soluzione adeguata.
Un altro dispiacere dipende dal fatto di non poter dedicare molto tempo ai propri figli. L’idea infatti non è quella di trovare un modo per impegnare i bambini così che i genitori possano fare altro, ma metterli al centro di un progetto educativo. In questo modo le vacanze saranno davvero un momento di gioia anche se mamma e papà non potranno essergli sempre accanto.
La libertà come motore creativo…
Presi dall’ansia, molti genitori tendono ad organizzare tutte le giornate dei figli in modo che “non sentano la loro mancanza”.
In realtà precludono loro uno dei diritti fondamentali dei bambini che in una società frenetica come la nostra sta andando perduta: il diritto alla noia.
È come se i bambini, e più avanti gli adulti, avessero sempre bisogno di impegni proprio per non sperimentare quella sensazione sgradevole a cui non sono stati abituati. Diventa una sensazione di vuoto, che non è gestibile, che fa sentire senza confini, non delimitati. La mancanza di noia finisce per uccidere la creatività.
Chi non si ricorda di aver giocato con le foglie, i rametti e la terra inventando di cucinare? Oppure i vecchi giochi di immaginazione quando non c’erano pomeriggi organizzati pieni di compiti, sport, lezioni di musica.
Era da lì, dalla noia forse, che nasceva quello che Piaget chiama “gioco simbolico”, il “far finta di…” che porta ad assumere ruoli, usare materiali disparati come se fossero oggetti “veri”. I bambini infatti hanno bisogno di un po’ di tempo destrutturato, non completamente riempito dalle scelte degli adulti, così da possedere dei loro spazi di vita. Hanno bisogno, come noi adulti, di un po’ di sano ozio, che non vuol dire anarchia, ma offrire loro nuove possibilità di crescita.
…ma con la possibilità di stare insieme
Accanto a questo, i genitori che si rendono più “accessibili” per i figli, forniscono un nutriente per la loro crescita. Ad esempio:
- la sera preparare la cena insieme,
- fare un giro in bicicletta,
- andare a prendere un gelato insieme,
- guardare un film all’aperto oppure organizzare un fine settimana in giro.
I genitori così, attraverso piccoli gesti, trasmettono un senso di condivisione che fa sentire i figli amati e non trascurati, nonostante le tante ore passate lontani per lavoro.
Il giusto equilibrio tra attaccamento e autonomia, in cui i figli sentono di avere una solida base sicura, i loro genitori, consapevoli delle proprie risorse, ma anche tempo per esplorare e sperimentare in autonomia. Questi aspetti andranno inevitabilmente a costruire l’identità dei figli.
Alcuni consigli
Come trovare un giusto equilibrio nel tentare di far sì che i propri figli vivano un’estate serena all’insegna del divertimento? Informarsi sulle offerte del territorio può essere una buona soluzione per capire le attività che il bambino potrebbe svolgere, oltre a contattare i nonni e gli altri genitori dei compagni del figlio.
Campi solari
È sempre bello stare all’aperto e in compagnia. In estate più che mai ci sono stimoli visivi, tattili, olfattivi. Sono delle forti esperienze emotive.
Sport
Se al figlio piacciono molti sport può essere un’occasione per continuare a divertirsi anche in estate.
Laboratori
Laboratori estivi di pittura, di cucina e quello che offre il territorio.
In vacanza con i nonni
Saranno sicuramente entusiasti all’idea di potersi godere i loro nipotini.
Vacanze con gli amici dei propri figli con l’accompagnamento dei genitori. Una soluzione innovativa potrebbe essere quella di accordarsi con altri genitori fidati per portare a turno in vacanza o in gita per qualche giorno due o tre bambini così che possano condividere attività anche fuori dai banchi di scuola.
L'aiuto di una tata
I genitori possono cercare delle persone referenziate che per qualche ora al giorno accudiscano i loro bambini organizzandogli delle attività divertenti, mentre loro lavorano.
Come dice Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, non esistono ricette per essere buoni genitori. Le esperienze migliori che un genitore lavoratore, in questi mesi post-scolastici, può creare nella vita del bambino sono quelle che permettono di fare sport non competitivo, di vivere a contatto con la natura e scoprire il valore dell’amicizia, della collaborazione e dello spirito di squadra, accanto alla sua presenza quando possibile.
I bambini imparano da quello che vivono ed educarli significa aiutarli con amore a coltivare il desiderio di diventare ciò che vogliono essere.
Bibliografia
Pellai A., L’educazione emotiva. Fabbri Editore, 2016.
Piaget J., La formazione del simbolo nel bambino. Imitazione, gioco e sogno. Immagine e rappresentazione. La Nuova Italia, Problemi di Psicologia, 1999.
Autori
Giulia Lieto
Psicologa in corso di formazione come psicoterapeuta cognitivo comportamentale.
Si occupa di bisogni di bambini e famiglie.