Dopo mesi di estenuanti giornate a lavoro, finalmente arrivano le ferie. I genitori sono al settimo cielo e sono felici di poter riunire la famiglia con una rilassante vacanza al mare o in montagna. È solo che questa decisione spesso comporta già dei problemi. In vacanza all’improvviso ci si trova a stare tutto il giorno insieme quindi genitori e figli devono sintonizzarsi costruendo un nuovo modo di stare insieme.
Le attese dei genitori sono quelle di poter condividere un po’ di tempo con i figli per giovare di momenti preziosi insieme, ma avere anche la possibilità di rilassarsi. I figli, in base anche alla loro età, hanno attese diverse e spesso non vorrebbero partire con i genitori stando per molto tempo lontano dalla loro cerchia di amici.
Non è semplice trovare una giusta misura nel condividere le vacanze insieme, rispettando i bisogni di tutti i membri della famiglia. A decidere la meta e la tipologia di vacanza potrebbero essere esclusivamente i genitori, ma non vorrebbero portarsi dietro bambini infelici e annoiati. Se invece a decidere fossero i figli, anche i genitori potrebbero essere stanchi di andare tutti gli anni a Gardaland o a Mirabilandia, passando le vacanze sulle montagne russe.
Infatti quando i genitori decidono di fare le vacanze con i propri figli, il viaggio può essere logorante per entrambi.
I figli, soprattutto se adolescenti, spesso si annoiano a passare tutta la giornata con i genitori. Motivati dall’autonomia e dal distacco dai loro genitori, tendono a voler rimanere a casa o ad andare già in vacanza da soli con gli amici, mentre i genitori vogliono portarli con sé. È qui che emergono i primi conflitti.
Come scegliere la vacanza da fare insieme
Il primo problema è scegliere una destinazione che soddisfi tutti, dai più grandi ai più piccoli.
È un’impresa ardua. La soluzione sembra essere quella di trovare un giusto equilibrio tra la condivisione di momenti insieme e la possibilità di lasciare ai figli i loro spazi.
1. Per chi ha bambini molto piccoli
Organizzare le vacanze insieme ai bambini molto piccoli che non hanno ancora iniziato la scuola elementare, sarà più facile in quanto la scelta spetterà totalmente ai genitori, con un occhio di riguardo a località confortevoli e non troppo lontane.
2. Per chi ha bambini di età media
Per vacanze insieme ai bambini della fascia di età che comprende la scuola elementare, sarà ideale trovare dei luoghi con uno spazio dedicato ai laboratori o all’animazione, ad esempio i villaggi che esistono in ogni località turistica.
Un’altra possibilità è quella di andare in vacanza con i genitori dei loro amici in modo che stiano insieme ad entrambi. Se è possibile, la scelta della location potrà essere anche fatta insieme al figlio, chiedendogli dove gli piacerebbe andare e poi negoziare la meta migliore, così che si senta partecipe, ascoltato, riconosciuto e sia più felice di partire con voi.
3. Per chi ha figli adolescenti
Le difficoltà maggiori riguardano i figli adolescenti. La parola chiave qui sarà il dialogo. Avere la possibilità di un confronto chiaro in cui esplicitare le motivazioni di entrambi. L’obiettivo sarà stare qualche giorno in famiglia e poter fare una gita anche con gli amici. L’importante è dargli fiducia e riconoscerlo come persona che sta affrontando una fase delicata ed ha bisogno della sua intimità. Anche l’adolescente vuole divertirsi e con i genitori può farlo solo in parte, avendo essi un ruolo diverso. Questo implica da parte dei genitori la consapevolezza che il figlio non li sta rifiutando, ma semplicemente sta costruendo un suo spazio nel mondo, così come a suo tempo, hanno fatto anche loro.
Cosa fare in vacanza
Una volta affrontata la scelta, non resta che preparare le valigie e partire.
Durante la vacanza sarà importante ritagliarsi dei momenti per stare insieme e condividere esperienze.
Se fino ai 5/6 anni i bambini possono essere fisicamente impegnativi, intorno agli 8/9 anni le cose diventano più semplici perché i bambini sono più autonomi e possono condividere tante attività con i genitori. Sarà bello
- giocare insieme,
- passeggiare,
- scattare foto e
- tenere anche una sorta di piccolo diario da scrivere insieme la sera in hotel ripensando alla giornata.
In questa fascia di età, secondo Pellai, psicoterapeuta dell’età evolutiva, la cosa importante è stimolare la socializzazione.
Anche in vacanza si possono creare nuove amicizie. Tra i 12 e i 15 anni arriva la voglia di indipendenza, quindi spesso si parte con mamma e papà controvoglia e di malumore. Le vacanze diventano a volte un momento critico perché i genitori hanno più tempo per accorgersi dei comportamenti dei figli adolescenti, che mettono uno schermo di fronte a loro. Possiamo proporre al figlio delle escursioni da fare insieme in modo che si sperimenti “adulto”, chiedergli pareri circa l’organizzazione della giornata successiva e fargli qualche foto da condividere sui social.
Il figlio deve anche avere modo di potervi raccontare esperienze solo sue. I più piccoli ci terranno a raccontarvi i giochi che hanno fatto nel mini club e i più grandi magari non vi racconteranno nulla, ma vi accorgerete della loro felicità dopo che li avete lasciati andare nella discoteca del villaggio da soli.
Dato che durante l’anno la famiglia non è abituata a stare insieme tutto il giorno ed ognuno ha i suoi momenti di “solitudine” a lavoro o in altri contesti, è bene che anche in vacanza resti spazio per sé.
Il genitore può andare a fare una corsa da solo la mattina, il figlio può stare online qualche minuto per contattare i suoi amici lontani.
Anche in vacanza ci devono essere delle regole
Ad esempio, rispetto all’utilizzo della tecnologia. Sarebbe utopistico che il figlio adolescente in vacanza non usasse mai il cellulare, ma sarebbe un peccato che i figli, così come i genitori, passassero la vacanza con il capo chino sul loro smartphone. Le regole devono essere “della famiglia”, non solo dei ragazzi.
Spesso sentiamo genitori che lamentano l’eccessiva connessione dei figli che passano ore a chattare, ma se osserviamo i genitori, ci accorgiamo che hanno lo stesso comportamento.
Una volta tornati a casa sarà bello selezionare e andare a stampare le foto insieme, riguardarle, scriverci dietro qualche frase ricordo o sistemarle in un book raccoglitore da arricchire con i momenti più belli passati insieme in vacanza.
E sei genitori sono separati?
Quando è il momento di pensare alle vacanze, per i genitori separati è l’occasione per passare molto tempo insieme ai figli, cosa che non è sempre concessa loro durante l’anno. Per i figli è un momento importante e a volte carico di un po’ di sofferenza.
Anche se divisi, l’importante è che il figlio senta che ognuno ha piacere ad averlo con sé. È bene che i genitori si accordino su
- quando,
- dove e
- per quanto tempo
portare in vacanza il figlio evitando conflitti, soprattutto in presenza del figlio stesso, che altrimenti si sentirà colpevole di ulteriori problematiche tra mamma e papà.
Anche durante la vacanza è importante tenere sempre al riparo il figlio dai conflitti, evitando di parlargli male dell’altro genitore con cui magari deve ancora partire. Un genitore saggio riesce a trasmettere al figlio una visione positiva del papà o della mamma a prescindere dalle proprie opinioni. Anche se l’altro non è più il marito o la moglie, resta comunque il genitore, quindi ha pari diritto di avere il suo amore. Nessun genitore, infatti, può arrogarsi il diritto di infangare l’altro agli occhi del figlio, che altrimenti si troverà di fronte ad una scissione, una forte confusione nel sentire il genitore buono e cattivo allo stesso tempo.
I due genitori separati dovrebbero mettere a tacere, se c’è, il loro spirito competitivo. Il bene del figlio emerge quando c’è una sintonia anche tra genitori separati, non quando entrano in competizione per “chi è il migliore”. Il figlio vuole che entrambi siano “i migliori” senza che l’uno superi l’altro. Anzi, spingetelo a cogliere emozioni e sensazioni da condividere anche con l’altro genitore. Ditegli di fare tante foto da farvi vedere perché “sicuramente anche col papà farai una super vacanza!”.
Il rapporto del genitore con suo figlio è unico, a prescindere dai problemi della coppia. Se la paura è quella di annoiarsi insieme, sarà importante cercare di costruire un nuovo modo di viversi, cercando eventualmente anche strutture con animazione, villaggi-vacanza o crociere, così da avere modo di socializzare con altre persone.
Conclusione
Anche durante le vacanze insieme ai figli, la strategia più funzionale potrà essere quella dei porcospini del filosofo Schopenauer:
Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d'inverno, si strinsero vicini, per proteggersi col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono il dolore delle spine reciproche; il dolore lì costrinse ad allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi lì portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell'altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali: il freddo e il dolore. Tutto questo durò finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione
Bibliografia
Pelosi A., Tamborini B., Il metodo famiglia felice, De Agostini, Milano, 2018.
Schopenhauer A., Parerga e paralipomena, Gli Adelphi, Milano, 1981.
Autori
Giulia Lieto
Psicologa in corso di formazione come psicoterapeuta cognitivo comportamentale.
Si occupa di bisogni di bambini e famiglie.