Compiti a casa: cosa fare se mio figlio non studia

Il momento dei compiti a casa risulta essere spesso un motivo di litigio tra genitori e figli.

I primi sono spesso stanchi dopo una lunga giornata di impegni ed i secondi, lo sono dopo un altrettanto spossante giornata passata a imparare e a gestire la loro voglia di muoversi, seguire ferree regole e di interagire con i pari.

In questo spazio non voglio entrare nella diatriba, su cui spesso c’è un acceso dibattito, sul fatto che sia o meno giusto dare dei compiti a casa, oppure su quale sia la giusta quantità. Al contrario voglio cercare di riflettere sulla maniera migliore di gestire il tempo che nostro figlio dedica alla sua istruzione, rendendolo il meno possibile fastidioso sia per lui che per noi che lo seguiamo.

I compiti a casa hanno infatti la caratteristica di essere, se ben utilizzati, una opportunità sia per i bambini, in quanto possono imparare e rafforzare le proprie conoscenze, sia per i genitori che si sentiranno maggiormente coinvolti nello sviluppo del proprio figlio.

Si nota spesso infatti che, quando il genitore si interessa ai compiti del figlio, questi si senta maggiormente gratificato nel farli.

Compiti a casa: alcuni consigli per i genitori

Alcuni studi riportano come sia efficace esprimere al nostro bambino, nel modo più chiaro possibile, le aspettative che abbiamo per quanto riguarda il suo comportamento nello svolgere i compiti.

1. Sostenerlo nella scelta dei tempi

Risulta importante fin da tenera età sostenerlo nella scelta dei tempi, degli orari e manifestare la nostra  disponibilità se questi ha dei dubbi. È basilare allenare la responsabilità di nostro figlio dandogli, mano a mano che riesce a gestirla, una sempre maggiore autonomia, allentando progressivamente il controllo.

Come diceva il noto pedagogista G.Tallone, 

“tenendoli senza trattenerli”

educandoli cioè ad una sempre maggiore maturità.

2. Aiutarlo nell'organizzazione

Un altro importante punto per aiutare i nostri figli, spesso purtroppo sottovalutato, è insegnargli e aiutarli a preparare il materiale di studio ed organizzarne i tempi. Una maniera molto utile in questo è creare una scaletta temporale dei compiti, oltre che preparare i libri ed i quaderni e un sistema per mantenere il materiale in ordine.

Sarà inoltre compito del genitore prevedere un lasso di tempo adatto alla esecuzione dei compiti che sia proporzionato alla capacità attentiva del figlio, che potrà essere aumentato lungo il percorso di crescita. È utile che tale tempo sia deciso in anticipo e comunicato al bambino dopo una lettura insieme dei compiti.

3. Eliminare le distrazioni

Non sono inoltre da sottovalutare le distrazioni che l’ambiente, nel quale nostro figlio studia, si presentano. Spesso l’eliminazione delle fonti di distrazione come televisione, non consentire telefonate e spuntini, allontanare il telefono..sono semplici accortezze che risultano vincenti.

4. Non essere troppo rigidi

Infine, è importante imparare a dosare la nostra rigidità: è importante infatti se il bambino incontra qualche difficoltà nei tempi predisposti modificare il nostro programma andando oltre.

In collaborazione con lo studio La Mente Accogliente, organizziamo Parent training, un laboratorio breve appositamente pensato per sostenere i genitori.

Per quanto riguarda le modalità di apprendimento durante questo percorso affronteremo, in modo approfondito alcune tecniche che aiutano i bambini nella focalizzazione del concetto e nell’apprendere in modo più veloce ed efficace come: le mappe concettuali, il problem solving e tecniche di motivazione ai compiti come la Token Economy.

Bibliografia

Tallone G. Tenerli senza trattenerli, Corso sulla Genitorialità, 2018

Branstetter R. Impara a organizzarti Edizioni Erikson, 2018

Autore
Marco Cinci

Marco Cinci

Psicologo infantile e dello sviluppo, specializzato in Psicoterapia cognitivo-comportamentale. Vive il rapporto quotidiano con bimbi e ragazzi anche come educatore e padre