Diventare mamma: cosa cambia per una donna

La gravidanza è stata descritta da Bibring come una “crisi maturativa”, durante la quale si riattualizzano i conflitti infantili relativi alle esperienze di cura e dal superamento di questi dipende la nuova identità femminile.  (Bibring 1961)

Diventare madre è un momento importante della vita di una donna.

Il rimanere incinta, il percorso della gravidanza, il parto sono momenti basilari della vita e rappresentano una fase evolutiva molto particolare che porta ad una nuova organizzazione del Sé.

Prima gravidanza: da donna a madre

Lo stato interessante, in particolare la prima gravidanza, rappresenta per la maggioranza delle donne, l’affermarsi di sogni e desideri che si sviluppano fin dall’infanzia e anche, da un certo punto di vista, l’adempimento di un dovere socio-culturale (Stern, 1985).

Tale evento risulta perciò  importantissimo per entrambi i genitori e le emozioni ed i pensieri, che questo grande cambiamento porta, vengono trasmessi di generazione in generazione.

Sovente, il nuovo assetto mentale, fa manifestare  angosce e sentimenti contraddittori verso se stessi e verso la propria prole.

Tali sentimenti debbono essere riconosciuti ed affrontati per tempo per mantenere un sano rapporto tra le parti. (Raphael-Leff, 2014)

La donna, al fine di acquisire pienamente il nuovo ruolo di madre, deve fare un profondo lavoro di rielaborazione e riorganizzazione mentale che le consenta di predisporsi ad accettare la

nascita di una nuova organizzazione psichica (Riva Crugnola, 2012).

È luogo comune, inoltre,  che la donna durante la gravidanza (ed in seguito) debba sentirsi soltanto felice per la nuova vita che si sta creando dentro di lei e per il nuovo ruolo che si appresterà a vestire.

La sua accentuata vulnerabilità però potrebbe esporla, ad esempio, ad un più probabile rischio di soffrire di umore triste, fino anche alla depressione, ad una percezione di incapacità e di cambiamento fisico troppo marcati.

Diventare mamma: aumento delle responsabilità

Mettere al mondo una vita, porta nel corpo e nella psiche della donna profondi cambiamenti, che non è scontato siano accettabili con facilità.

La difficoltà di essere genitori, i dubbi a riguardo, la paura di non farcela e di non essere in grado, accompagnati dalla sensazione di perdere tutto ciò che precedentemente eravamo, sono i problemi che una donna deve affrontare per uscire dallo stato di figlia e diventare madre. Può capitare, quindi,  di sentirsi non in grado nel ricoprire i ruoli che si sono rivestiti sino a quel momento con il partner, con i familiari, con i colleghi ed amici fino al perdere fiducia in sé.

A questo si aggiungono pensieri ricorrenti, spesso fonte di ansia e preoccupazione, su ciò che succederà e su come affrontare la nuova vita da madre.

Come si sente una neo-mamma

Con la nascita di un figlio, soprattutto il primo, tanti sono infatti i cambiamenti. Ci si ritrova in un corpo trasformatosi con il parto e si deve fronteggiare il cambiamento di vita che la cura di un bambino comporta.

Alcune mamme si annullano totalmente per il loro piccolo trascurando completamente le loro esigenze, quelle del compagno e tutto quello che non riguarda la cura del bambino e questo le porta alla lunga a manifestare disagio e stress.

Il nuovo ruolo, spesso diventerà agli occhi della madre non più un dono ma una prova da affrontare.

A questo si aggiunge, molte volte, la difficoltà di sentirsi poco comprese dai propri partner e, più in generale, da un universo maschile che non può ovviamente comprendere il cambiamento in atto, e di percepire una perdita della propria femminilità a discapito delle caratteristiche materne.

A tal proposito un momento molto importante avviene dopo il parto, quando cioè; il bambino immaginato durante la gravidanza si incontra con il bambino reale, parallelamente la neomadre deve vivere il cambiamento che la porta a sostituire l’immagine di se stessa come gestante con quella di madre che ha il compito di accudire e rispondere ai bisogni del neonato.

In  questa fase la madre inizia a costruire una relazione affettiva con una persona completamente dipendente da lei, deve identificarsi con il bambino attraverso l’empatia per comprendere i suoi bisogni e con il tempo costruire una sintonizzazione affettiva reciproca della nuova diade. (Ferro V. 2016)

L'equilibrio di coppia in gravidanza o dopo la nascita di un figlio

Una psicoterapia di coppia può risultare utile sia per la futura madre che per il partner con lo scopo di ripensare il loro rapporto che con l’arrivo di un terzo cambierà irreversibilmente e dovrà raggiungere, purtroppo non sempre facilmente, un nuovo equilibrio.

Per quanto riguarda i cambiamenti sessuali ad oggi, per motivi culturali ed economici, la ricerca di un figlio avviene sempre più tardi: anche questa variabile comporta seri cambiamenti culturali nell’affrontare la maternità.

Tra i temi che sono poco affrontati in letteratura scientifica c’è quello della sessualità in gravidanza e dopo il parto. Nel nuovo ruolo di genitori può capitare che uno o entrambi i partner abbiano difficoltà a ritrovarsi come coppia.

La nascita di un figlio, come ben sa ogni genitore, rivoluziona la vita a due mettendo in discussione le certezze e svelando  lati dell’altro che erano ignoti.

La sessualità dopo la nascita del primo figlio

In questo trambusto, anche l’intesa sessuale è messa alla prova. Facilmente rischia di andare in tilt di fronte ai pianti notturni e alle richieste, spesso assillanti del bambino.

Dopo la nascita del bambino alla maggior parte delle donne accade di sentirsi stanche, fuori forma e il sesso diventa l’ultimo dei loro desideri.

Nonostante ci siano sempre profondi sentimenti d’amore nei confronti del partner, in genere, questo non è un periodo in cui le donne hanno un particolare interesse per la sessualità.

In realtà si tratta di una reazione del tutto normale e comune a tutte le donne, ossia quella di sentirsi più mamma che donna. Il disinteresse, soprattutto nei primi mesi dopo il parto, è accresciuto dallo sconvolgimento ormonale, con un innalzamento del livello di prolattina e una caduta del livello di estrogeni.

 Inoltre a questo, con il tempo, si sommano alcune paure, ossia quelle di

  • non piacere
  • rimanere nuovamente incinte
  • provare dolore durante il rapporto

Tutto questo inibisce ulteriormente il desiderio sessuale.

Un cambiamento difficile anche per i neo-padri

Di controparte se spesso alla donna accade di non avvertire il desiderio sessuale, non sono pochi gli uomini che lamentano lo stesso problema.

I compagni, inoltre, assistendo al parto possono restare colpiti da certi aspetti clinici, dalla sofferenza della propria compagna finendo per provare fatica a riavere rapporti con la propria donna.

L’uomo, inoltre, viene, volente o nolente, escluso dal naturale attaccamento biologico della donna al bambino.

In questo caso, esiste il rischio, che l’uomo diventi geloso del bambino a cui adesso la sua compagna dedica tutto il proprio tempo e resta deluso dall’atteggiamento della donna per la poca considerazione nei suoi confronti.

Superare questo momento non è però difficile se entrambi i partner sono aperti alla comunicazione e alla condivisione e hanno un reciproco desiderio di trovare un compromesso.

In genere, la risoluzione si ha in circa tre mesi e la ripresa dell’attività sessuale può avvenire naturalmente.

Tale ripresa è comunque molto soggettiva e dipende anche da come era vissuta in precedenza la sessualità dalla coppia. (Cusinato M., Panzeri M., 2006)

Come accettare i cambiamenti della maternità

Un lavoro su se stesse, anche attraverso un percorso psicoterapeutico e l’aiuto di una persona specializzata, può aiutare la futura mamma non soltanto a controllare i sintomi ansiosi nel qui ed ora, ma soprattutto prepararla a comprendere il nuovo ruolo che ricoprirà, aiutarla ad adattarsi alla maternità, al cambio di ruolo e agli stravolgimenti che questa comporta nella propria identità, nella relazione di coppia e in quelle sociali.

A tal proposito si sono rivelate molto utili le pratiche di accettazione della Compassion Focus Therapy, che agiscono

  • sulla accettazione di sé,
  • sull’ascolto dei propri bisogni
  • sulla riduzione dell’autocritica e i vissuti di vergogna  
Bibliografia

Bibring, G.L., Dwyer, T.F, Huntington, D.S., Valenstein. A.F. (1961). A study of the psychological process in pregnancy and the earliest mother-child relationship. Psychoanalitic Study of the Child, 16, 9-23.

Cusinato M, Panzeri M, (2006) La sessualità della coppia nel ciclo di vita familiare.

Ferro V. (2016) Disagio e depressione perinatali durante la crisi della maternità. Impatto sulla relazione madre-bambino. Tesi di Dottorato Università la Bicocca

Moscatelli A. (2018) Da donna a Mamma 

Raphael-Leff, J. (1983). Facilitators and regulators: two approaches to mothering. British Journal of Medical Psychology, 56, 379-390.

Riva Crugnola, C. (1999). La comunicazione affettiva tra il bambino e i suoi partner. Milano, Raffaello Cortina Editore

Autori
Marco Cinci

Marco Cinci

Psicologo infantile e dello sviluppo, specializzato in Psicoterapia cognitivo-comportamentale. Vive il rapporto quotidiano con bimbi e ragazzi anche come educatore e padre

Carla Ciarambino

Carla Ciarambino

Psicologa e Psicoterapeuta, fondatrice dello studio La Mente Accogliente. Osservatrice attenta. Crede che la felicità sia a portata di tutti: alcuni hanno solo bisogno di essere guidati.