Terapia cognitivo comportamentale

La Terapia cognitivo comportamentale (CBT)

Il compito della Psicoterapia cognitivo comportamentale (CBT) è quello di interrompere il ciclo della sofferenza attraverso la
ricostruzione delle convinzioni, scopi personali e delle trappole in cui ci fa cadere la nostra mente e l’intervento strutturato e focalizzato sulla sofferenza, sulla sintomatologia specifica avendo come mappa preziosa il mondo di significati di quella singola persona: le credenze su di sé, sul mondo sulla relazione con gli altri e i suoi scopi personali.

La Compassion Focused Therapy (CFT)

A volte accade, ad esempio, che riusciamo a comprendere che  le prove portate per mettere in discussione la convinzione di essere un fallimento siano plausibili ma non le sentiamo fino in fondo:

Lo capisco..ma non lo sento

Qui entra in gioco la Compassion Focused Therapy. Un approccio che nasce dall’integrazione degli interventi CBT, la psicologia evoluzionistica, psicologia evolutiva, neuroscienze e filosofia buddista.

Cos’è la Compassion Focused Therapy?

La terapia focalizzata sulla compassione (CFT) è un sistema di psicoterapia che integra  il metodo di terapia cognitivo comportamentale (CBT) con concetti di psicologia evoluzionistica, psicologia sociale, psicologia dello sviluppo, neuroscienze  e filosofia buddista.

Uno dei suoi punti chiave è l’allenamento mentale compassionevole per aiutare le persone a sviluppare esperienze di calore interiore, sicurezza e rilassamento, tramite la  compassione  verso se stessi e verso gli altri.

Perché la CBT e la CFT funzionano insieme?

La terapia focalizzata sulla compassione è particolarmente adatta per le persone che sperimentano alti livelli di vergogna , senso di colpa, autocritica  e che hanno difficoltà nel provare calore e gentilezza verso se stessi o gli altri.

La sofferenza legata a questi aspetti  ( colpa- vergogna -autocritica) è spesso radicata in una storia di pervasivo criticismo genitoriale, bullismo, abbandono, mancanza di affetto nella famiglia.
Questi sono alcuni dei possibili scenari in cui si costruiscono le basi delle convinzioni su noi stessi, il mondo e la nostra relazione con gli altri.

La CFT ci permette di imparare un’ attitudine di supporto e gentilezza nei nostri confronti, a sentire più sicurezza e calore nel nostro dialogo interno e nella relazione con gli altri.
La CBT ci  aiuta a modificare le convinzioni dolenti, a perseguire  i nostri obiettivi di vita e a non essere più schiavi della propria storia personale.

Per saperne di più

La ricerca ha dimostrato che negli attacchi che rivolgiamo a noi stessi attraverso l’autocritica  attiviamo lo stesso sistema di risposta con cui fronteggiamo attacchi e minacce.
Gli esseri umani, infatti,  nascono con 3 sistemi di regolazione delle emozioni:

  1. il sistema della minaccia
  2. il sistema di ricerca delle risorse
  3. il sistema calmante

Il dialogo interno autocritico stimola il sistema della minaccia ossia in nostro sistema emotivo di base costituito da un set specifico di strategie difensive a livello di:

  • Emozioni: rabbia, ansia, disgusto, tristezza, gelosia, invidia, vergogna
  • Stile attentivo: attenzione selettiva
  • Stile di ragionamento: protettivo, conosciuto anche come BetterSafeThanSorry
  • Processi di memoria: memorie intrusive
  • Comportamenti protettivi: attacco, fuga, freezing, sottomissione.

 

Una serrata spietata autocritica quindi:

  • incrementa la sensazione di minaccia percepita
  • è uno dei fattori di mantenimento della psicopatologia, ossia tende a far perdurare quel vissuto emotivo che cercheremmo di risolvere proprio attraverso l’autocritica

Perché non riusciamo a sentire convincenti i pensieri alternativi all’autocritica?

Nel vissuto di autocritica costante,  senso di colpa e vergogna pervasiva, il sistema calmante è inibito costantemente dalla iper attivazione degli altri due.

Gli interventi della CFT aumentano la disponibilità a livello neurale di questo sistema,
il cui profilo neuro-ormonale si sviluppa all’interno delle dinamiche dell’attaccamento, dell’accudimento e  attraverso la mielinizzazione del nervo vago.

I suoi interventi sono volti a sviluppare e coltivare il Sé Compassionevole, per poter essere in grado di calmarci e rassicurarci, rendendo l’autocritica, il senso di colpa e la vergogna più funzionali per chi li vive.

In che modo?

Aumentando la fiducia in noi stessi rispetto la sensazione di poter disporre di abbastanza risorse per affrontare, tollerare e reagire “agli urti della vita”, aspetto strettamente connesso al concetto psicologico di resilienza.